In questo ambito il concetto di aver cura è di fondamentale importanza; il termine cura deriva dal latino e significa amministrare, gestire, farsi carico; nel corso del tempo ha assunto altri due significati: in ambito medico indica un terapia, un trattamento e infine nell’ambito che più ci interessa, quello dell’educazione, indica quel sentimento di sollecitudine, attenzione, di profondo interesse per le vicissitudini dell’altro. Quest’ultimo concetto sottolinea come il focus sia sul percorso da compiere con la persona - che quindi non è un oggetto da guarire, prodotto di un trattamento - all’interno del suo contesto.
Esistono due modalità contrapposte dell’aver cura, come definisce Heidegger la cura che prende forma nel rapporto con gli altri (definisce invece prendersi cura la relazione con le cose del mondo):
- modalità difettiva: porta a sostituirsi all’altra persona, negando le sue capacità e possibilità; si tratta di una pratica educativa violenta dato che l’altro viene ridotto a oggetto manipolabile, dipendente e dominato, anche se in modo tacito e dissimulato, per questo secondo Heidegger questa modalità si configura come un sostituirsi dominando
- modalità autentiche: in questo modo si parte dal presupposto dell’educabilità dell’altro - quindi dalle sue potenzialità . L’attenzione in questo caso è centrata sulla persona e non sulle cose da fornirgli - per quanto anche queste siano importanti. L’altro è soggetto attivo in un percorso educativo che guarda al futuro e stimola l’auto-educazione. In quest’ottica “Il rapporto educativo è un tipico rapporto tra disuguali che devono divenire uguali: dunque deve essere una costante pratica di uguaglianza” (Laporta R., La difficile scommessa, Firenze, La Nuova Italia 1971).
Con le persone disabili la questione dell’evoluzione del rapporto asimmetrico è piuttosto complicata in quanto risulta difficile liberarsi dall’idea di aver di fronte un bambino da proteggere, e ciò è molto deleterio perché queste persone vivono un estraniamento da se stessi dato che sono sempre altri che decidono per loro, per un qualche aspetto della loro vita resteranno sempre bambini.. E’ un lavoro lungo che richiede ripetuti sforzi, auto-riflessione e auto-critica .. ..
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