lunedì 30 maggio 2011

Definizione..

Mi sono resa conto di non aver ancora dato una definizione di disabilità.. ebbene secondo la Convenzione sui Diritti delle Persone Disabili * si intende per persona con disabilità ..
“quanti hanno minorazioni fisiche, mentali, intellettuali o sensoriali a lungo termine che in interazione con varie barriere possono impedire la
loro piena ed effettiva partecipazione nella società su una base di eguaglianza con gli altri” (Art. 1)
E’ importante notare che la Convenzione non definisce la disabilità in sé in quanto, coerentemente agli altri documenti internazionali la considera frutto di un’interazione tra la persona e il suo contesto.
I principi generali enunciati all’articolo 3 sono:
“(a) Il rispetto per la dignità intrinseca, l’autonomia individuale – compresa la libertà di
compiere le proprie scelte – e l’indipendenza delle persone;
(b) La non-discriminazione;
(c) La piena ed effettiva partecipazione e inclusione all’interno della società;
(d) Il rispetto per la differenza e l’accettazione delle persone con disabilità come parte
della diversità umana e dell’umanità stessa;
(e) La parità di opportunità;
(f) L’accessibilità;
(g) La parità tra uomini e donne;
(h) Il rispetto per lo sviluppo delle capacità dei bambini con disabilità e il rispetto per il
diritto dei bambini con disabilità a preservare la propria identità.”

* La Convenzione è stata promulgata dall'ONU del 2007 e recepita in Italia nel marzo 2009.


giovedì 26 maggio 2011

1993

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ICF- Classificazione Internazionale del Funzionamento
E’ l’anno in cui si riunisce una nuova commissione per “… fornire un modello di riferimento linguistico standardizzato che permetta la comunicazione in materia di salute e di assistenza sanitaria in tutto il mondo e soprattutto tra le varie scienze e discipline” ( OMS, Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute, Ed. Erickson, Trento 2002, ed. italiana ) e che miri a diffondere l’idea di disabilità “come la conseguenza o il risultato di una complessa relazione tra la condizione di salute di un individuo, i fattori personali e i fattori ambientali che rappresentano le circostanze in cui vive un individuo” ( ICF, 22 maggio 2001). Questo lavoro è stato portato a termine anche grazie alla collaborazione di persone disabili e associazioni ed è stato adottato a partire dal 2001, dopo alcune prove e ulteriori revisioni.
L’assunto di base di questo nuovo modello è che la salute - come la disabilità -  è multidimensionale, ovvero è il risultato di una complessa relazione di fattori. Altro punto fondamentale riguarda il termine “condizioni di salute” che si connota come termine-ombrello, indica infatti numerose situazioni  diverse dalla disabilità intesa dal precedente modello: stati di gravidanza, di stress, l’invecchiamento fanno parte delle condizioni fisiche esattamente come un’anomalia, una lesione o una predisposizione genetica. Il fatto importante è che così tutti possono trovarsi nel corso della loro esistenza, in una situazione di limitatezza.
Altri termini presi in considerazione riguardano:
  • Funzioni corporee, fisiologiche e psicologiche dei sistemi corporei
  • Strutture corporee, le parti anatomiche ( organi, arti e loro componenti); i danni a queste si ripercuotono sulle funzioni corporee

  • Attività personali, riguarda la capacità di esecuzione di un compito/attività da parte di un individuo; le sue limitazioni riguardano una prestazione a livello personale
  • Partecipazione sociale, indica il grado di coinvolgimento e di interazione di una persona in una situazione di vita reale;  una sua limitazione non origina dalla persona bensì dalla relazione tra la persona - la sua condizione di salute - e le risposte del contesto
  • Fattori contestuali, formano il contesto di vita dell’individuo e ne  influenzano le condizioni fisiche. Si dividono in:                       
  • Fattori ambientali, aspetti del mondo esterno che influenzano il funzionamento dell’individuo; sono divisi in tre dimensioni: d. personale ( casa, scuola, lavoro, familiari, conoscenti ..),servizi (legati all’ambiente di lavoro, alle attività della comunità, reti sociali informali ..), sistemi (leggi, regolamenti, ideologie ..)
  • Fattori personali, legati all’individuo, riguardano: età, sesso, formazione culturale, esperienze, personalità, stile caratteriale, atteggiamenti, altre condizioni di salute, stile di vita, educazione ricevuto, strategie di coping …
Possiamo quindi dire che il modello ICF è di tipo bio-psico-sociale e multidimensionale, poiché evita una visione puramente medica della disabilità e si focalizza sulle possibilità di recuperare le potenzialità individuali della persona

lunedì 23 maggio 2011

International Classification of Impairment , Disabilities and Handicaps. A manual of classification relating to the conseguences of disease

Era il 1980 quando un’équipe internazionale guidata da Philip Wood presentò questa “Classificazione Internazionale delle Disabilità e degli Handicap” che aveva ed ha lo scopo di fornire concetti, definizioni e terminologie comuni, condivisibili dagli operatori del settore nei diversi paesi.
La classificazione rappresenta in tre dimensioni gli effetti di una malattia:

- Menomazione
           Fatto Morboso - Disabilità
- Handicap
Intendendo per
  • Menomazione una qualsiasi perdita/anomalia a carico di strutture/funzioni fisiologiche, anatomiche (arti, organi, tessuti del corpo) o psicologiche; la perdita/anormalità può essere transitoria  permanente. Si tratta di un’esteriorizzazione dello stato patologico;
  • Disabilità è invece una qualsiasi restrizione della capacità di svolgere un’attività nel modo considerato normale per un essere umano; si caratterizza per lo scostamento per eccesso o difetto dalla normale esecuzione di un compito; può essere: transitoria/permanente, reversibile/irreversibile, progressiva/regressiva. E’ l’oggettivazione della menomazione;
  • Handicap indica una situazione di svantaggio conseguente a una menomazione o a una disabilità che limita o impedisce di ricoprire il ruolo normalmente proprio a quella persona; riguarda il significato assunto dalla situazione di svantaggio quindi è caratterizzato da una discrepanza tra lo stato del soggetto, la sua efficienza e le aspettative del contesto sociale. Lo svantaggio deriva dalla perdita/diminuzione della capacità di conformarsi alle aspettative; è la situazione socializzata;

Ma a causa dell’eccessiva consequenzialità di questo modello che non prevede possibilità di ritorno ci sono state numerose critiche .. ..

Premessa ..

Vi siete mai chiesti da dove venga il termine “handicap”? io si e recentemente ho avuto una risposta: è un termine di origine irlandese che nella storia ha assunto significati diversi:
Hand in Cup
  1. mercato concluso, nelle compravendite di cavalli mettere il denaro nel berretto significava la fine della contrattazione
  2. gioco d’azzardo che, durante le corse di cavalli, tre giocatori effettuavano mettendo la posta in un berretto
  3. azione di pareggiare gli svantaggi in termini di peso (sia nelle corse ippiche che, più recentemente nel golf e nelle regate)
Guardando bene l’ultimo significato si può ben capire che lo svantaggio in questione è di tipo personale -  non si pareggiano gli svantaggi negli sport di squadra - le cui cause sono imputabili al soggetto e che per questo è oggetto di pregiudizi e situazioni ostili.
In realtà sarebbe più corretto parlare di persona che venendo al mondo trova un handicap, sottolineando così il fatto che l’handicap è il risultato di una interazione tra la persona e l’ambiente.. a questo riguardo gli ultimi documenti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ( OMS ) sono illuminati e progressisti… …