L'idea base di questo movimento - che si sta diffondendo nel mondo occidentale - è che la famiglia possiede una scienza ed una competenza che devono essere riconosciute dalle altre agenzie educative. I genitori sono i migliori conoscitori del loro figlio, è quindi essenziale coinvolgerli nel processo educativo, non come passivi recettori di interventi decisi da altri, ma come protagonisti attivi capaci di elaborare con altri professionisti un percorso educativo adeguato; si parla quindi di "patto formativo" tra la famiglia e gli operatori dei diversi servizi ( scuola, sanità, assistenza, sociale ).
Lo strumento metodologico privilegiato è la narrazione: infatti attraverso il racconto della propria esperienza si può riflettere su quanto vissuto, attribuendo significati e rivisitando criticamente quanto avvenuto; importante è la dimensione empatica del racconto che permette di conoscere profondamente la persona e quindi di attivare i percorsi più adatti.
"Tutta la diversità umana è il prodotto della varietà quasi infinita delle combinazioni di geni. Noi tutti siamo formati della stessa polvere cromosomica, nessuno di noi ne possiede un solo granello che possa rivendicare come suo. È il nostro insieme che ci appartiene e ci fa nostri: noi siamo un mosaico originale di elementi banali" Jean Rostand
martedì 5 luglio 2011
venerdì 1 luglio 2011
L'Associazionismo Familiare
E' bene ricordare che i genitori sono i maggiori esperti dei problemi del figlio. Partendo da questo presupposto è naturale riconoscere nelle associoni di famiglia un utile strumento per rivendicare i diritti delle persone disabili, sensibilizzare e fare pressioni affinchè ci sia un rinnovamento sociale ..
Questo fenomeno si è sviluppato in Italia nella metà degli anni '50 del novecento allo scopo di cercare risposte adeguate ai bisogni delle persone con deficit; la peculiarità di questi gruppi è che ogni componente è allo stesso tempo fruitore e dispensatore di aiuto, in funzione alla sua esperienza. Ovviamente la struttura organizzativa varia molto: si va dai gruppi più informali - di solito a livello locale - a vere e proprie organizzazioni su scala molto più ampia.
Sosanzialmete si possono individuare 3 obiettivi:
Questo fenomeno si è sviluppato in Italia nella metà degli anni '50 del novecento allo scopo di cercare risposte adeguate ai bisogni delle persone con deficit; la peculiarità di questi gruppi è che ogni componente è allo stesso tempo fruitore e dispensatore di aiuto, in funzione alla sua esperienza. Ovviamente la struttura organizzativa varia molto: si va dai gruppi più informali - di solito a livello locale - a vere e proprie organizzazioni su scala molto più ampia.
Sosanzialmete si possono individuare 3 obiettivi:
- prevenzione primaria ( arrivare a migliori condizioni di vita per il singolo e per la comunità );
- prevenzione secondaria ( potenziare le abilità da adattamento di persone che si troveranno ad affrontare eventi stressanti: nascita di un bambino disabile, ingresso a scuola ...);
- prevenzione terziaria ( recupero di un livello soddisfacente di qualità di vita per coloro che vivono o hanno vissuto in condizioni di crisi).
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